Biografia di Daniele Gaspari

"MY VOGUE"


Ho avuto modo di conoscere Daniele al MoMA (Museum of Modern Art) di New York.
Poche frasi. Parole chiare. E’ bastato poco per capire molto sulla sua ultima opera, “My Vogue”, la più curiosa e monumentale dei tempi moderni.
La verità nuda e cruda su ispirazioni e concetti ce la riporta proprio lui stesso.
Nei seguenti paragrafi contraddistinti da un carattere sottile e graziato come parole che riecheggiano nel vento, riporterò le sue parole e poco si dovrà aggiungere…

"Ho assistito alla stampa di "My Vogue". In un minuto realizzavo sessanta pezzi cercando di imitare il procedimento industriale della "catena di montaggio". Vorrei trattare i miei prodotti come fosse merce. Farei business-art. L´arte degli affari è l´arte più celbre ed affascinante di tutti i tempi”.

“Penso sarebbe fantastico vendere arte come vendere giornali.
Ognuno la mattina si alzerebbe ed andrebbe ad acquistare l´arte. Vedrebbe ogni giorno cosa succede, come evolve".

"Leggo Vogue dal 2003. Il mio Vogue mi permette di viaggiare in tutto il mondo, vestirmi alla moda o frequentare i locali più famosi e di tendenza senza spendere un euro e stando comodamente sul divano. Ci si serve completamente dell´immaginazione.
Ne è un esempio l´ultimo viaggio fatto a Berlino attraverso un articolo di Clara Mavellia.
Lo stile di Berlino ha un look urbano, libero e spensierato. Tutto si assembla in strada. Niente è dettato dalle regole della moda, lì la moda si fa e c´è spazio per tutti i designer, specialmente per quelli più bizzarri. Se amate frequentare la tendenza non c´è problema, andate a bere una birra e ad ascoltare un pò di live jazz allo storico Yorkschlosschen di Kreuzberg, per poi cenare all´asiatico Monsieur Vuong. Per finire la serata dimenatevi al Berghain, dove il meglio ed il peggio del look berlinese si imprime nella memoria e rimane per sempre..."

"Ho voluto dedicare un´opera a Vogue, al mio Vogue, proponendo la copertina di un numero a caso. Ho scelto di fotografarla perché la fotografia è il metodo più convenzionale per bloccare un soggetto nella realtà. Ho scelto inoltre di tenere e far risaltare tutte le aberrazioni e gli errori che possono derivare da uno scatto: la distorsione, il mosso, il sovraesposto, il riflesso del flash sulla copertina lucida e lo sfocato. Attraverso questi "errori" il soggetto riceve più verità mentre la macchina fotografica segnala la sua ostinata e ossessiva presenza".

L´opera "My Vogue" è stata concepita e realizzata proprio come si concepisce e si realizza una rivista, con la realizzazione grafica e la riproduzione attraverso tecniche di stampa ad alta tiratura. La particolarità è che ogni opera viene personalizzata attraverso abili procedimenti manuali.

"La stampa off set realizzata ad un colore pieno non discosta esteticamente dalla serigrafia, anzi, il risultato è uguale ma il procedimento è molto più meccanico, veloce e preciso".

Chi vuole "My Vogue" dovrebbe possedere tutte le opere prodotte e conservarle in un caveau bello sicuro perché assieme costituiscono l´opera intera.
Una stampa è come un pezzo di tela che compone un quadro, o un pezzo di bronzo che forma una scultura.
La prima copia è chiamata "copia regista", la copia che dirige tutte le successive.

"My Vogue" è paragonabile in ambito musicale ad un´orchestra, dove c´è il maestro (la prima copia) che dirige i suonatori (le stampe successive) ed assieme riproducono l´opera d´arte (My Vogue) scritta da un artista (io).
Ho scelto comunque di smembrarla. In questo modo si espande lateralmente in ogni luogo e da ogni individuo, come un giornale".

Il processi con cui l´artista personalizza le stampe sono molteplici e differenti, ed ogni risultato è diverso dall´altro. Per le prime copie ad esempio, le labbra vengono disegnate a computer e portate a grandezza naturale. L´artista prende poi un foglio di carta velina e ne ricalca il perimetro.

"Spesso mi accorgo che il disegno realizzato a computer non risulta soddisfacente, così mi diletto a ricalcare le forme per poi modificarle a mano libera. La mano riesce a dare quella naturalità che non si riesce ad ottenere con mezzi artificiali".

Successivamente trasporta l´immagine su una spugna in neoprene e ne ritaglia la sagoma. Questa viene girata ed incollata su un blocchetto di rovere ottenendo un "timbro". Su questo timbro viene steso il colore con il pennello e pressato nella zona da colorare...

"My Vogue" è un´opera che subisce in modo preponderante l´influenza della sua formazione di grafico pubblicitario-comunicatore, e che interpreta chiaramente la sua concezione di arte nella società contemporanea, una società consumistica, vincolata ai suoi prodotti, alle sue leggi.
L´atteggiamento dell´artista denota una precisa presa di posizione che deriva da un’attenta analisi strutturale del classico concetto di arte. Questa posizione sembrerebbe passiva accettazione dei meccanismi moderni, mentre invece ci mostra una raffinata intuizione nel riconoscere gli strumenti del progresso, ed una perspicace abilità nell´utilizzarli come mezzo potente e persuasivo per mascherare i limiti della società di massa.
La domanda da porsi non è: "Cos´è l´arte nell´età moderna?" ma: "Dove va l´arte immersa in una società guidata dai mezzi di comunicazione?".

G. D.


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