Biografia di Cinzia Airaghi

Cinzia Airaghi nasce a Rho (Mi) nel 1973 e attualmente vive ad Alessandria.
Dopo aver conseguito il diploma di maturità artistica frequenta il corso triennale di Fashion Designer presso l’Istituto artistico dell’abbigliamento “Marangoni” di Milano.
Terminati gli studi vince il Concorso Internazionale Giovani Stilisti “Mittelmoda” di Gorizia e nello stesso anno si classifica finalista in un altro Concorso di livello nazionale.
Successivamente comincia il suo percorso professionale nella moda e colleziona diverse esperienze in qualità di disegnatrice e stilista, collaborando con Uffici Stile e Atelier di Milano e provincia.
Acquisisce esperienza in campo pittorico inizialmente attraverso la realizzazione di soggetti estremamente figurativi, per poi giungere a trascendere la realtà in una visione astratta del tutto personale.
Le sue opere si arricchiscono spesso di dettagli che con ogni probabilità le derivano dalla propria formazione di stilista, e la tela pare allora diventare un candido abito bianco sul quale disegnare stampe preziose,inserire particolari in rilievo,coordinare colore e materia,e nel quale racchiudere soprattutto il fascino di un’emozione.


ESPOSIZIONI

04/04/07 al 23/05/07 Personale presso Hotel Golf Resort Castellaro (SV)
21/04/07 al 06/05/07 Collettiva Luxury Car c/o spazio Barchessa Rambaldi, Bardolino (VR)
04/05/07 al 01/07/07 Collettiva Gemine Muse c/o Castello Visconteo Pavia.
27/05 Fiera d’arte en plein air, prato della valle, Padova.
01/06/07 al 15/06/07 Collettiva c/o spazio espositivo Ars Habitat, Genova
24/09/07 al 30/09/07 Collettiva ´Giovani Artisti Italiani´ c/o complesso S.Sofia, Salerno
10/11/07 al 24/11/07 Personale "nel segno del colore", Rho (MI)
15/12/07 al 05/01/08 Personale presso spazio espositivo via Garibaldi, Rho (MI)
23/02/08 al 15/03/08 Personale presso spazio espositivo via Garibaldi, Rho (MI)


CRITICA

Estratto dal testo critico del Prof. Alfredo Pasolino:
Una fase anticipata dalla lettura critica, rende l´esposizione dialettica densa, a momenti anche difficile, perché mette l´occhio a confronto con il pensiero, la riflessione sul significato dell´arte, uno spazio narrativo nei suoi aspetti concettuali, la forma e il senso di ciò che si intende per ‘astrazione’.
L´impulsività di segni misteriosi che richiedono d´essere compresi o svelati, di una sensibilità analitica che porta a dimensioni umane, di una libertà priva di qualsiasi confine, mentre il titolo dell´opera è una sorta di chiave d´accesso alla lettura dell´opera stessa. L´artista, riesce, attraverso il tema, a comporre modulazioni più disparate anche di gusto secessionistico, e le sue tavole paiono vivere una giovinezza fuori dal tempo, dove la geometria diventa pretesto per una partitura di contrappunti ritmici apollinei, coniugando intelligenza e sensibilità, ordine razionale e capriccio del sogno simbolista-inconscio….
…. Un insieme di riflessioni sul disagio e sulla spersonalizzazione dell´individuo. Ma proprio questi momenti salvici della bellezza con i suoi mille aspetti primari, tra cui comunicativo, sociale ed etico, è lo scopo della sua ricerca. Una bellezza ambigua, quella che si vede, può essere o non essere il disagio verso il nostro tempo. Percezioni di smarrimento e disorientamento, penetrano un mondo aureolato di contrappunti ritmici e di poesia. Quadri che sono superfici di colore, in cui piani sovrapposti o sfasati rappresentano un´entità alla ricerca di un equilibrio, e in cui ogni elemento figurale coloristico ha contribuito a creare nuovi spazi tra un mondo e l´altra dimensionalità atemporale, fino a diventare spazio-colore nell´impianto astratto del dipinto, dove il colore dà anima e corpo, è proprio il caso di dirlo, al quadro. L´artista trasforma gli elementi figurali, anzi li trasfigura, e li ripropone sotto forma di messaggio subliminale, colto sicuramente a livello inconscio, ma non sempre percepito dal lettore al primo sguardo, se non in modo visionario astratto geometrico, e informale quando, nella veemenza gestuale della pennellata che assorbe ogni altro gesto pittorico, l´impianto non è più avvertito come limite, e diventa esso stesso spazio, carne e sangue dell´intelligenza, e cuore dell´action painting. Tale quindi da accogliere gocciolature e ´ageminature´ di caratteri e alfabeti linguistici sul filo argentato del pensiero di riflessione speculare iperrealista.

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